Inchiesta della procura:”L’aumento della benzina è fraudolento”
Il gip di Varese, in seguito a un esposto di Codacons, a cui è seguita un’indagine molto lunga e approfondita a cura della Guardia di FInanza, ha riconosciuto l’esistenza di un rialzo dei prezzi fraudolento. Non solo: le compagnie petrolifere avrebbero agito in una politica di cartello per far si che i prezzi del carburante restassero alti.
Ci potrebbero essere quindi accordi segreti tra le compagnie petrolifere per non abbassare i prezzi tra i motivi del caro benzina che in Italia raggiunge i costi più alti d’Europa.
Non solo: alla base dei rincari ci sarebbero operazioni spregiudicate sui derivati da parte delle “sette sorelle”del petrolio.
Tutto questo è emerso da una complessa indagine svolta dalla guardia di finanza.
La procura ha svolto mesi di indagini che il gip Giuseppe Battarino, in un atto motivato, ha stabilito portino a riconoscere l’esistenza di un «rialzo fraudolento dei prezzi dei carburanti». Ora i faldoni per competenza passeranno alle procure di Milano e Roma e saranno loro a stabilire il procedere della questione.
Dall’indagine i rincari sarebbero stati applicati “attraverso misure speculative in danno agli utenti finali”.
L’indagine, dicevamo, è partita circa un anno fa dopo un esposto del Codacons che chiedeva di fare luce sulla questione e in particolare sulla possibilità che esistessero manovre speculative da parte delle compagnie petrolifere. Proprio queste manovre spregiudicate di finanza, attraverso i derivati, sarebbero alla base del caro carburante a danno di imprese e consumatori.
Insomma, mentre l’Italia era già provata da crisi economica e imprese in difficoltà, gli italiani assistevano impotenti a aumenti ingiustificati di benzina e carburante. E l’aumento dei costi di trasporto, andava poi a provocare rincari anche su altri prodotti. Ora si potrebbe venire a conoscenza di come mai l’Italia ha dovuto pagare così tanto.
La domanda è: ci restituiranno i soldi?