Danni alle persone da sinistri: la scatola nera in auto in una proposta dell’Ania
Sinistri: una piaga delle strade italiane che miete milioni di vittime e fa migliaia di morti ogni anno. Aggiungete un sistema assicurativo poco efficiente, ed avete un quadro della situazione. A tracciare il ritratto a tinte fosche del ramo sinistri in Italia nel settore automobilistico è Vittorio Verdone, direttore Auto dell’Ania, che denuncia, secondo le stime dell’Associazione, risarcimenti Rc Auto per danni alle persone in oltre un milione ogni anno. Il paragone con altri Paesi è impietoso: in Francia, ad esempio, sono solo 2mila l’anno.
Più incidenti o più truffe? Questione di mentalità italica, per avere un risarcimento a tutti i costi anche in caso di danni lievi o lievissimi?
Per togliersi il dubbio ed evitare di andare ad affondare un sistema che già arranca, l’Ania propone l’utilizzo di una scatola nera in macchina, proprio come avviene sugli aerei.
LA SCATOLA NERA
La scatola nera è un dispositivo che consente di registrare e ricostruire la dinamica dell’incidente, e consentirebbe così alle assicurazioni di verificare molte patologie e danni alla salute che altrimenti non lo sono, e – nel dubbio – non resta che pagare. Un esempio è il classico colpo di frusta, che viene mediamente indennizzato con 3.500 euro dalle assicurazioni, ma che in sede di visita medica dopo l’incidente non è “dimostrabile”. Ma il presidente dell’Ania se la prende anche con il risarcimento dei danni gravi, perché – accusa – gli importi da risarcire sono stabiliti secondo le tabelle dei tribunali, e secondo Verdone non hanno pari in Europa.
LA RICETTA DI VERDONE
La ricetta di Verdone è semplice: diminuire i valori dei risarcimenti per danno grave e diminuire anche il numero dei sinistri, che ritiene in gran parte fraudolenti. La prima parte è solo una questione burocratica, mentre per la seconda… c’è la scatola nera. Anche se il presidente dell’Ania va oltre: creare un’agenzia anti-frode autofinanziata per favorire il lavoro delle forze dell’ordine.