Truffe: napoletani con false residenze in Umbria per risparmiare
Ennesima truffa ai danni delle compagnie assicurative: questa volta si tratta di 80 persone, quasi tutte napoletane, che per risparmiare sui premi assicurativi (e ben della metà sulle polizze furto-incendio delle auto), facevano risultare la propria residenza fuori dalla Campania, e per la precisione in Umbria.
Consci del fatto che le tariffe in Umbria sono praticamente dimezzate, i truffatori hanno falsificato i documenti di identità o le patenti di guida, per far risultare la propria residenza nella regione. E sebbene le truffe danneggino tutti coloro che invece pagano regolarmente i premi assicurativi, anche quando siano ingiustificatamente elevati, l’attenuante arriva dalle stesse associazioni dei consumatori. Francesco Servino, rappresentante del Movimento a Cinque Stelle della Campania e rappresentante dei consumatori, ha infatti dichiarato che, sebbene le truffe siano tutte odiose, “quella dei napoletani che hanno falsificato la loro residenza spostandola in Umbria per pagare metà assicurazione per i loro mezzi di trasporto ci appare giustificabile e per alcuni versi inevitabile. C’ è infatti da anni una vergognosa disparità di trattamento tra Nord e Sud. A parità di condizioni contrattuali, un cittadino di Napoli paga il triplo rispetto a un cittadino che risiede in altre province d’Italia, in aperta violazione dei principi di uguaglianza e di non discriminazione”.
ARGINARE IL FENOMENO
Da varie parti, infatti, questo genere di truffe vengono considerate un prodotto della mancata regolamentazione del Governo nel far west del settore: “Se i Governi nazionale e regionale – conclude Servino – non decideranno di intervenire, il fenomeno delle residenze false o modificate o dei finti tagliandi assicurativi con nomi improbabili di assicurazioni aumenterà ulteriormente. Il cittadino napoletano infatti non ha alcuno strumento per difendersi da questa palese ingiustizia se non truffare lo stato o girare con mezzi non assicurati come già fanno circa la metà degli abitanti della città e della provincia”.
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